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Relazione del Presidente all’assemblea sociale del Circolo Culturale GUGLIELMO GHISLANDI del 5 marzo 2016

RELAZIONE DEL PRESIDENTE ALL’ASSEMBLEA DEL CIRCOLO CULTURALE GHISLANDI DEL 5 marzo 2016

A volte siamo colti dalla sensazione di esserci già detti tutto ciò che c’è da dire e che continuare a sviscerare questioni e approfondimenti sia un vezzoso accanimento, indotto da una sorta di coazione a ripetere.

Desidereremmo vedere l’umanità muoversi in una direzione virtuosa, ragionevole, quella che appare dettata dall’esperienza storica, e invece la vediamo andare da tutt’altra parte, spesso alla deriva.

E ciò trasmette un senso di frustrazione e, a volte, persino di inutilità del nostro agire.

Poi ci soccorre il gramsciano “ottimismo della volontà” e torniamo a confidare nel confronto argomentativo, in quel logos che ha consentito e consente all’umanità, quando cade, di trovare le motivazioni e la determinazione per rialzarsi.

Buona parte di noi viene dai tempi in cui “si faceva politica per fare cultura” (cambiare la società per cambiare, migliorare l’individuo); poi, dopo la caduta dei grandi sistemi ideologici, siamo passati al “fare cultura per fare politica”, convinti di poter perseguire gli stessi risultati finali, raffinando le nostre analisi e depurandone il contenuto.

Oggi che la politica sembra essere diventata una parola impronunciabile, siamo rimasti a muoverci su un piano strettamente culturale, senza più pretese di incidere sulla politica, anche perché quasi più nessuno di noi è impegnato in quel campo in prima persona.

La divaricazione non è ancora totale, ma la tendenza è quella. L’AUTONOMIA della Cultura è tuttavia un’illusione. Abbiamo e avremo bisogno di BUONA POLITICA, pena rinchiuderci in una dimensione meramente consolatoria e, in ultima analisi, sterile del nostro agire.

“Mission impossible”, a prima vista.

Qual è la “buona politica” di cui abbiamo bisogno? Ognuno ha una sua opinione in proposito e tutti insieme proviamo smarrimento.

La Storia ci propone innumerevoli esempi di come questo senso di smarrimento si sia affacciato e riaffacciato in continuazione nel corso dell’esperienza umana, alternato a momenti di euforia e persino di esaltazione (a volte positiva, altre volte nefasta).

Gli scenari inediti imposti dalle migrazioni bibliche che investono l’Europa e il nostro Paese e quelli rappresentati dagli incontenibili mutamenti climatici e ambientali (per citare solo due delle emergenze con cui abbiamo e avremo sempre più a che fare) non consentono a un sodalizio come il nostro (col nome che porta e col sangue che gli scorre nelle vene) di adagiarsi su una concezione consolatoria della cultura.

Il problema del rapporto tra Cultura e Politica resta delicato e richiede di essere declinato con prudenza e lungimiranza.

Occorre tornare a occuparsi del “bene comune”, sapendo che ciascuno di noi è portatore di una sua particolare idea di “bene comune” e che questa sua idea molto spesso non collima con quella degli altri e, anzi, tende a arrogare una propria assolutezza e a svalutare le altre.

A volte discutiamo aspramente anche fra di noi, quando ci accorgiamo di avere opinioni contrapposte sui temi “caldi” dell’attualità e pure del recente passato; altre volte glissiamo, evitando di approfondire il confronto, conoscendo l’irriducibilità della posizioni altrui e nostre.

Senza dubbio questa illusoria autoreferenzialità, e l’incomunicabilità che ne consegue, sono figlie dei tempi, dei rissosi talk show televisivi e delle semplificazioni da social network, del tipo: “mi piace”.

Come se ne esce? E come può un piccolo circolo culturale come il nostro fornire un contributo alla ricerca della soluzione a un problema tanto globale?

In un periodo in cui torna di moda parlare di scontri di civiltà e di nuove guerre mondiali, in cui persino tra gli opulenti popoli europei diventa difficile parlarsi e capirsi, dovremmo riscoprire il valore della mitezza, presupposto di ogni approccio dialogico.

Non appartiene al bagaglio genetico della nostra associazione occuparsi di pedagogia applicata, ma abbiamo fra noi talmente tanti insegnanti, in servizio o in pensione, che non dovrebbe risultare impossibile una progettualità volta alla ricostruzione e al miglioramento delle relazioni interpersonali e, in ultima analisi, della politica.

Voglio perciò esortarli a mettere a punto un progetto che affronti questo particolare aspetto della vita culturale delle persone in carne e ossa.

Ci riusciremo? Non mi dispiace lanciare sassi nello stagno. A volte vanno giù senza smuovere le acque, altre volte mettono in moto sempre più ampi cerchi concentrici. Vedremo.

Veniamo però a considerare più da vicino le nostre attività.

Lo scorso anno, nella relazione introduttiva, avevo passato in rapida carrellata le iniziative messe in campo nel periodo  marzo 2014-marzo 2015, soffermandomi in particolare su quelle per il 50° anniversario della scomparsa di Guglielmo Ghislandi. L’assemblea sociale era stata da poco preceduta da due riusciti convegni, a Breno e a Brescia, dedicati al lascito del ghislandismo, compendiati dalla bella mostra sul Novecento di Ghislandi e dei suoi compagni di ventura e sventura.

Nel seguito dell’anno abbiamo ridato alle stampe il volume “Democrazia e Socialismo in Valcamonica. La vita e l’opera di Guglielmo Ghislandi” con l’aggiunta, in appendice, del breve saggio su Carlo Salvetti, scritti sempre attuali dell’allora giovane Mimmo Franzinelli.

Eravamo e siamo consapevoli che non basta riproporre figure per certi versi mitiche per dare soluzione ai problemi dell’attualità e soprattutto per fornire alle nuove generazioni indicazioni su come affrontare il futuro.

Oggi i problemi sono quelli delle nuove povertà, della precarietà, del degrado sociale e ambientale, della compromissione della qualità della vita.

Proprio per questo, avevo agganciato l’ultima parte della relazione allo sforzo di individuare nuovi ambiti di azione sociale e il Consiglio di Gestione aveva condiviso l’idea di sottrarre all’inesorabile declino (a cui sembrava condannata) una prestigiosa istituzione novecentesca quale la Società Operaia di Mutuo Soccorso “Giuseppe Garibaldi”.

Istituzione cui Guglielmo Ghislandi e altri benemeriti di ogni estrazione sociale dettero un contributo generoso e che rappresentò un contributo lungimirante per i tempi in cui fu concepita, realizzata e mantenuta in vita.

Proprio per il genuino anelito mutualistico che la ispirava, essa potrebbe avere una seconda vita, intercettando i bisogni dei nuovi emarginati, dei precari e degli esclusi dal paracadute sociale e assistenziale.

Manifestammo l’interesse della nostra associazione a fare rientro a Breno con la propria sede ufficiale e a condividere con la Società Operaia l’antico palazzo che fu di Ferruccio Prudenzini, non certo per un meschino calcolo utilitaristico, bensì per contribuire a riattivare quell’istituzione meritoria. Indicammo anche il “modus” di realizzazione di quello scopo: la modifica della norma statutaria che circoscrive l’ammissione alla Società Operaia Garibaldi ai soli brenesi residenti, anziché dell’intero comprensorio.

Purtroppo, a un anno di distanza, dobbiamo constatare che nulla è accaduto, che il nostro appello non ha trovato ascolto. Perciò non ci resta che attendere tempi migliori, essendo evidente che ogni ingerenza negli affari interni di quel sodalizio sarebbe non solo scorretta, ma anche controproducente.

Per quanto ci riguarda, non siamo rimasti con le mani in mano. Abbiamo anzi sviluppato molteplici iniziative che qui cerco di ricordare in sintesi:

  • La diffusione e la presentazione sul territorio camuno (a Gianico, Brescia, Fucine di Darfo, Cevo e Malegno), ma anche a Brescia, del testo di Sergio Boem “Tra le pieghe di una vita. Il Tenente Ingravalle e i dimenticati uomini del Valcamonica” hanno avuto un degno coronamento nell’edizione degli Incontri Tra Montani di fine settembre ad Asiago su “Montagne di Guerra-Montagne di Pace”;
  • La già ricordata ristampa di “Democrazia e Socialismo in Valcamonica”, col compendio dello scritto dedicato al mondo di Carlo Salvetti;
  • I cicli di presentazioni librarie: a) a Breno, “L’arma segreta del duce. La vera storia del carteggio Churchill-Mussolini”; b) a Cividate Camuno,“Un’Odissea partigiana. Dalla Resistenza al manicomio”, con la partecipazione musicale e canora di Valentina Soster; c)a Darfo, “Roberto Lepetit. Un industriale nella Resistenza”, con visita allo stabilimento del locale stabilimento della Diamalteria; d) a Malegno, “No alla Grande Guerra”, con l’accompagnamento musicale e canoro di Sandra Boninelli; e) a Cevo, “Storie di GAP. Terrorismo urbano e Resistenza”, con l’accompagnamento musicale e canoro del nostro socio Andrea Polini; f) a Breno, “Il tesoro dei vinti. Il mistero dell’oro di Dongo”, con le letture attorali di Vittorio Volpi;
  • La visita guidata ai luoghi della Repubblica Sociale a Desenzano e al parco naturalistico della Rocca di Manerba sul Lago di Garda;
  • I già ricordati Incontri Tra Montani ad Asiago, a fine settembre dello scorso anno;
  • La conferenza di novembre sull’Enciclica “Laudato Si’”, di Papa Francesco I, al Palazzo della Cultura di Breno;
  • La proiezione del film “Natale di guerra”, nell’ambito dell’iniziativa “Memorie 1915-2015. Centenario della Grande Guerra”, promossa in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Darfo 2 e il Movimento Non Violento;
  • A gennaio 2016, le due iniziative sulla Shoah a Cividate e a Brescia, in collaborazione con l’Auser Insieme Camuna e il Gruppo L’Artemisia;
  • Sempre a Gennaio, i due riuscitissimi incontri di “Fabula Mundi” in collaborazione con le ACLI e l’IPSIA Onlus provinciali su: I molteplici attori dello scenario siriano. Da Assad all’Isis” e “Da Obama a Putin Jihad: la polveriera del nord Africa e la Libia, seconda sponda del Califfo”;

Insomma, non può dirsi che siamo stati con le mani in mano!

Se questo è il consuntivo politico, che era giusto rendicontare all’assemblea, passiamo alla presentazione dei progetti cantierati dal Consiglio di Gestione uscente nell’anno sociale che inizia oggi:

  • L’Archivio Storico: da quasi due mesi è stata avviata, in via sperimentale e con risultati promettenti, l’apertura pomeridiana (il giovedì, dalle ore 17,00 alle ore 18-18,30) dell’archivio. Grazie ai volontari, si sta procedendo al riordino della biblioteca, delle scaffalature e della catalogazione, nella prospettiva di una newsletter dedicata ai ricercatori e ai laureandi;
  • Le iniziative: premesso che è consuetudine del Circolo Ghislandi (forse un difetto, forse un pregio) non fossilizzarsi sulla programmazione di inizio d’anno, ma di recepire gli input che di volta in volta ci pervengono, per l’anno solare che si apre, il Consiglio di Gestione ha messo in campo i seguenti appuntamenti:
  1. Sabato 9 aprile, ancora in collaborazione con l’Auser Insieme Camuna e L’Artemisia e grazie alla collaborazione del nostro socio onorario Francesco Zeziola e degli amici di Chiari e di Padernello (nostri ospiti all’assemblea dello scorso anno), una duplice visita guidata alla Biblioteca della Fondazione Morcelli e della Pinacoteca Repossi di Chiari, con un seguito al Castello di Padernello e pranzo curato dai volontari dell’associazione che lo gestisce. Un’occasione da non perdere sia per i tesori artistici racchiusi in quei veri e propri scrigni di una parte del territorio bresciano a noi meno familiare, sia per rispondere a quel deficit di comunicazione e di coesione di cui ho parlato nella prima parte di questa relazione;
  2. Sabato 30 aprile (anche per la Festa del 1° maggio), in collaborazione col Comune di Malegno e il Circolo Arci Sul Palco, uno spettacolo teatrale-musicale presso il locale Museo Le Fudine, dedicato a Woody Guthrie e Joe Hill e alla canzone popolare di protesta sociale americana del Novecento. L’iniziativa sarà arricchita dall’esposizione dei quadri del pisognese Bruno Zoppetti dedicati ai grandi bardi statunitensi, come Pete Seeger, Joan Baez, ma anche John Lennon, oltre ai due predetti. A introdurre l’evento sarà il nostro Mimmo Franzinelli;
  3. Saremo presenti alla edizione 2016 del Festival Generazione Cultura di Darfo Boario Terme, con i nostri libri e con la presentazione di una nostra novità editoriale;
  4. L’edizione 2016 degli I.T.M. si svolgerà in Val del Riso, una valle laterale della Val Seriana, e sarà incentrata sul tema minerario. Il titolo del convegno lo avete già letto nel Notiziario: “Ecomuseo delle miniere di Gorno. Il viaggio dello zinco fra alpeggi e miniere”. Ce ne parlerà Dario Roggerini, rappresentante del predetto Ecomuseo, nostro gradito ospite di oggi;

 

  • Le attività editoriali:
  1. a breve dovremmo avere a disposizione la versione cartacea e on-line della tesi di laurea di Francesca Calvetti, dedicata al Distretto Forge della Valle Camonica, con l’introduzione di Giancarlo Maculotti, alla quale da tanto tempo stanno dedicando il loro lavoro Tullio Clementi e, in misura minima, anche il sottoscritto;
  2. a brevissimo (metà marzo) dovremmo avere il nuovo libro “La Guerra Bianca di Carlo Emilio Gadda” di Giancarlo Maculotti e Pierangelo Ferrari, un saggio che ricostruisce la presenza dell’autore in Valle Camonica e rievoca il contributo del territorio camuno nella Grande Guerra, di cui ricorre il Centenario; un’operazione editoriale in cooperazione col Distretto Culturale della Valle Camonica che sicuramente darà grande prestigio agli autori e al Circolo Ghislandi, oltre che – ovviamente – al Distretto Culturale;
  3. saranno poi intraprese le opportune iniziative per trovare un partner editoriale con cui arrivare alla pubblicazione in anastatica dei diari di guerra e prigionia (1940-1945) dell’edolese Arturo Frizza, un testo prezioso e forse unico nel panorama diaristico, per le sue caratteristiche grafiche, oltre che contenutistiche;

Le presentazioni librarie:

siamo alle prese con una produzione libraria a getto continuo, nazionale e locale, e diventa obiettivamente difficile far fronte con le nostre limitate forze a tutte le opportunità che si affacciano. Per l’anno corrente, il Consiglio di Gestione ha messo in programma uno o due cicli di presentazioni, in cui portare all’attenzione degli appassionati di storia:

  1. il nuovo saggio di Mimmo Franzinelli “Disertori”, di cui ci offrirà lui stesso un’anteprima fra poco;
  2. il libro sul Distretto Forge della Valle Camonica, di cui ho già detto (e di cui l’autrice ci aveva parlato nel corso dell’assemblea del 2014);
  3. il saggio di Giancarlo Maculotti e Pierangelo Ferrari, di cui pure ho detto;
  4. il recente libro di Chiara Frugoni sui nuovi studi sull’iconografia di San Francesco, possibile location, la Pieve di San Siro;
  5. il testo “Brillerà presto il sole della pace” dell’edolese Antonio Stefanini;
  6. “Il Novecento di Tirda e Batistì” di Alberto Panighetti.
  7. eventuali altri-

Bio-distretto:

Il Consiglio di Gestione uscente ha deciso di riconfermare l’adesione Al Bio-Distretto di Valle Camonica che, come si legge nel sito web, è “un’area geografica dove agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni stringono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse locali”, ma fra poco ce ne parlerà più diffusamente Paola Abondio che, tra l’altro, è anche una nostra iscritta. A rappresentare il Circolo Ghislandi nel Bio Distretto sarà la consigliera uscente Maurizia Ducoli.

 

Conclusioni

Non credo di dover aggiungere altro. Ci siamo dati un programma ambizioso e confidiamo di riuscire a realizzarlo incrementando il coinvolgimento dei soci e ampliando la platea sociale. E’ un momento buono, anche per rinnovare la rappresentanza. Ci siamo posti l’obiettivo di raggiungere e superare i 100 iscritti e ciò rappresenta un banco di prova per capire quale sarà il futuro del Circolo Ghislandi.

Il Consiglio di Gestione è l’organo collegiale impegnato a dare esecuzione ai deliberati assembleari. Abbiamo lavorato bene insieme, con buona armonia. Propongo perciò di riconfermarlo in blocco.

Eventuali nuove candidature potrebbero comportare un allargamento della cerchia dei consiglieri. Sono benvenute, purché riguardino soci presenti e consenzienti. E’ un principio di democrazia interna cui non possiamo derogare.

Credo peraltro che 30 anni di presidenza ininterrotta possano bastare e persino preoccupare chi è aduso a pensare che tutti siamo utili, nessuno indispensabile.

Il ricambio è necessario, utile, un investimento sul futuro. Se vogliamo il bene del Circolo Ghislandi non dobbiamo ignorare che questo è il momento migliore per farlo.

BUON LAVORO A TUTTI.

Il Presidente uscente  Pier Luigi Milani

RELAZIONE DEL PRESIDENTE ALL’ASSEMBLEA DEL CIRCOLO CULTURALE GHISLANDI DEL 5 marzo 2016

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