“La guerra bianca di Carlo Emilio Gadda”
Introduzione di Simona Ferrarini e Pier Luigi Milani
“Le vicinie di Rogno 1225-2015″
Dal 1255 fino al periodo napoleonico, Giancarlo Maculotti ripercorre in un libro la storia delle vicinie di Rogno. Ecco il viaggio negli archivi di Stato.
“La cellula sovversiva di St. Moritz. Antifascisti camuni, valtellinesi, bergamaschi nel Grigioni degli anni venti e trenta” di Giancarlo Maculottti – Quaderni della Fondazione Micheletti – 2013
Foto di copertina. In piedi da sinistra: Zampatti Giuseppe (Tachì), Maculotti Giovanni (Cut), Cenini Giovanni,ragazzo non identificato (forse Faustinelli Tonino), Lazzarini Giuseppe, Faustinelli Guido, Dosch Anna, Faustinelli Ettore. Seduti da sinistra: Zampatti Anselmo, Faustinelli Albino, Faustinelli Serafino, Maculotti Marino,non identificato, Faustinelli Gioacchino, Faustinelli Erminio. La foto è certamente anteriore al novembre del 1928 poiché Faustinelli Ettore è deceduto in quel mese e in quell’anno.
Incipit dell’Introduzione di Mimmo Franzinelli
La storia ha colto Giancarlo Maculotti nel luogo in cui è nato e cresciuto: l’alta Valle Camonica. Un territorio a lui ben noto, come pure conosce bene – direttamente o attraverso la memoria orale – le traversie di personaggi e nuclei familiari della prima metà del Novecento, percossi e dispersi in tempi tempestosi. L’introduzione di questa monografia esamina l’interazione tra caso e volontà per tanti personaggi che mai avrebbero immaginato di comparire in un libro di storia, in quanto animati dalla sola aspirazione di una vita tranquilla, nel lavoro e negli affetti. L’irruzione della grande storia nel microcosmo locale scompaginò piani e prospettive, ponendo l’alternativa tra il rinnegamento ideale, l’emigrazione, il confino o il carcere. Gli archivi, a esplorarli con attenzione e passione, possono restituire delle storie interessanti, da integrare – come l’Autore ha fatto – con la ricerca orale e lo scavo nella memoria di paese. Ma lo studioso ha fatto di più: contattati i parenti di alcuni personaggi di cui ha ricostruito le tribolazioni, ha chiesto loro di annotare riflessioni autobiografiche, con risultati notevoli nel caso di Irene Faustinelli Belkowsky (cfr. cap. 3).
Dalla Prefazione di Giancarlo Maculotti
La mia ricerca è partita casualmente come a volte capita agli appassionati di indagini storiche. Ero stato informato da un signore del mio paese[1] che a Roma dovevano esserci delle lettere indirizzate da Giovanni Mondini, fornaio, noto socialista dell’alta Valle Camonica, al Duce. Non solo: la tradizione orale aggiungeva anche che Mussolini in persona avesse risposto a quelle lettere. Partii allora per Roma con Mimmo Franzinelli, alla ricerca delle sconosciute missive. Nell’Archivio Centrale dello Stato nessuna traccia di tali documenti, ma molti fascicoli del Casellario Politico Centrale intitolati a personaggi da me in gran parte conosciuti ma dei quali ignoravo quasi del tutto i precedenti politici. Fotocopiai così i documenti più interessanti riguardanti gli antifascisti che in gran parte erano emigrati, a causa delle persecuzioni del regime, nella stazione turistica svizzera di St. Moritz. Nel centro montano i fuoriusciti incontrarono poi numerosi altri oppositori (o finti tali, in quanto spie prezzolate) che in genere venivano dalle valli di tradizionale emigrazione verso l’Engadina.
[1] Si tratta del maestro Maculotti Giuseppe soprannominato “Malagodi” per la sua dichiarata fede liberale (Pli).
Andar per favole. Itinerari di scrittura creativa per la scuola – L’autore libri Firenze -1997 – pag. 208
La scrittura creativa è una moda diffusa importata dall’America. I costosi corsi a pagamento, però, si può star sicuri – dice Giancarlo Maculotti – non produrranno nessun autore di rilievo. Interessante invece tradurre le proposte di scrittura creativa in itinerari didattici. In questo campo si possono raggiungere eccellenti risultati in poco tempo fornendo agli allievi strumenti utilissimi per superare l’imbarazzo che provoca ogni volta il foglio bianco da riempire. L’autore presenta proposte elaborate e collaudate, attraverso una lunga esperienza didattica, molto prima che si cominciasse a parlare e a pubblicare testi di scrittura creativa. L’opera, pur essendo ricca di suggerimenti pratici immediatamente utilizzabili, non ha nulla del manuale tecnico; anzi, diventa sovente un pretesto per sconfinare in stimolanti riflessioni sulla scuola e sulla vita, e un invito a scoprire alcuni nomi della letteratura del XX secolo. L’imitazione dei grandi autori (dopo lustri di vuota creatività) viene riproposta non solo come esercizio utile, ma come tappa indispensabile per poter raggiungere risultati soddisfacenti.
Lettera dalla scuola tradita – Armando editore – 2008 – pag. 224
Ciò che è sempre mancato alla scuola italiana, è un approccio pragmatico e non ideologico. Misurare gli effetti di ogni intervento e poi provare a raggiungere gli obiettivi con altri metodi, se quelli utilizzati in precedenza non sono andati a buon fine, dovrebbe essere lo stile di ogni riforma. E invece no. Si propongono ogni volta panacee di tutti i mali che si rivelano rapidamente pannicelli caldi, e si continua per decenni sulla stessa onda, mentre la delusione cresce sempre più. Una svolta è necessaria.