Skip to content

Autori disponibili

Mimmo Franzinelli

Pier Luigi Milani

Giancarlo Maculotti

Tullio Clementi

Diego Minoia

Costantino Di Sante

Giacomo Daniele Venturini

Marcello Zane ( a cura di)

Mimmo Franzinelli

sito ufficiale Mimmo Franzinelli

FranzinelliFUOCO

Fuoco Amico. Una tragica storia partigiana, E-BOOK Corriere della Sera, 2015

«Giustiziato significa ucciso legalmente, in esecuzione di una regolare condanna. Ma nel “caso Menici” non vi è nulla di legale, a partire dalla sentenza scritta post mortem.» In un grigio pomeriggio del novembre 1944 il tenente colonnello Raffaele Menici, reduce della guerra sull’Adamello, unitosi a un gruppo di giovani alpini collegati alla 54a Brigata Garibaldi, è condotto da due partigiani delle Fiamme verdi all’appuntamento con la morte. Ad attenderlo a fondo valle, a sua insaputa, c’è un ufficiale delle SS. Siamo sui monti bresciani tra l’Aprica e il Tonale nei mesi in cui l’avanzata anglo-americana è bloccata alla Linea Gotica. La premessa della tragedia è la strana alleanza stretta da un gruppo di Fiamme verdi con i tedeschi: nella zona franca di Edolo Menici, contrario alla tregua col nemico che occupa il Paese, è tagliato fuori. Per anni nel dopoguerra il colonnello assassinato è stato presentato come un traditore ma, a settant’anni dagli avvenimenti, grazie a un lungo lavoro di ricerca su documenti e testimonianze, lo storico Mimmo Franzinelli dirada finalmente nebbie e menzogne su una pagina tragica della storia della Resistenza mostrando come più sconvolgente dello stesso ricordo della guerra civile sia stata la conflittualità interpartigiana che, dopo tanti anni, costituisce ancora un grumo irrisolto nella memoria della lotta di Liberazione.

 

arma segreta

L’ arma segreta del Duce. La vera storia del carteggio Churchill-Mussolini, Rizzoli, Saggi italiani, 2015 – pag. 437

Si apre la caccia alla borsa di Mussolini, ricolma di documenti selezionati e custoditi gelosamente dal Duce, che da quel materiale si ripropone grandi vantaggi politici. Nel dopoguerra si favoleggia di importantissime lettere di Vittorio Emanuele III, Adolf Hitler, Dino Grandi, Pietro Badoglio, De Gasperi e soprattutto di Winston Churchill. “Per l’Italia valgono più di una guerra vinta” aveva confidato il Duce al gerarca Alessandro Pavolini. Dopo il crollo del fascismo, i documenti autentici si mescolano alle contraffazioni, dando vita a campagne scandalistiche che appassionano gli italiani. Le misteriose lettere riguarderebbero l’entrata in guerra dell’Italia nel 1940 e l’accordo segreto secondo cui, in caso di sconfitta della Gran Bretagna, Mussolini avrebbe mitigato le pretese di Hitler al tavolo della pace in cambio di concessioni territoriali. Ma cosa conteneva veramente quel carteggio? E cosa nasconde il lucroso mercato di apocrifi maturato nel dopoguerra? Che credito meritano i clamorosi documenti apparsi sulla stampa negli anni Cinquanta e che divennero oggetto di negoziazioni, ricatti, speculazioni tra Italia e Svizzera, Germania e Regno Unito?

 

odissea partigiana

Un’ odissea partigiana. Dalla Resistenza al manicomio, Feltrinelli, Storie, 2015 – pag. 220

A ridosso della Liberazione la magistratura processa centinaia di ex partigiani, accusati di gravi reati commessi durante la lotta clandestina e nell’immediato dopoguerra. Sono perlopiù imputazioni relative a casi di “giustizia sommaria” contro persone sospettate di spionaggio, coinvolte nell’apparato repressivo fascista. Per diverse decine di imputati la strategia difensiva, impostata da Lelio Basso, Umberto Terracini e da altri avvocati di sinistra, punta a mitigare le pene mediante il riconoscimento della seminfermità mentale. Quando poi, dall’estate del 1946, l’amnistia Togliatti apre le porte alla grande massa dei fascisti condannati o in attesa di giudizio, anche i partigiani beneficiano del provvedimento, dal quale è tuttavia esclusa la detenzione manicomiale. Ex partigiani perfettamente sani di mente devono dunque adattarsi alla detenzione in strutture dove gli internati non hanno diritti e sono sottoposti a quotidiane vessazioni. Tornano finalmente alla luce, dai documenti inediti custoditi all’Opg di Aversa, dove i partigiani internati furono aiutati dal giovane attivista comunista Angelo Jacazzi, oscure vicende della lotta di liberazione e della guerra civile, coperte dal velo dell’oblio, e si ripercorrono problematici itinerari individuali dentro le carceri e i manicomi, nell’Italia della Guerra fredda. Quella dei partigiani in manicomio era rimasta una pagina sconosciuta della storia italiana nel secondo dopoguerra, fino a oggi.

 

Bombardate Roma Guareschi contro De Gasperi uno scandalo della storia repubblicana

Bombardate Roma! Guareschi contro De Gasperi: uno scandalo della storia repubblicana, Mondadori, Le Scie, 2014 – pag. 240

Sessant’anni fa il settimanale “Candido” di Giovannino Guareschi pubblicava due lettere datate gennaio 1944 e firmate da Alcide De Gasperi, in cui si esortavano gli angloamericani a bombardare Roma, affinché il popolo insorgesse insieme ai “nostri gruppi Patrioti”. La polemica che ne scaturì, condotta sulle colonne di quotidiani e settimanali dell’epoca, si rivelò furibonda. C’era una sola domanda a cui nessuno sembrava rispondere in maniera convincente: De Gasperi le aveva davvero scritte, quelle lettere? A decidere, nell’aprile del 1954, fu il tribunale di Milano. La sentenza, pur rinunciando alla perizia grafologica, sancì la falsità delle missive e Guareschi fu condannato a un anno di reclusione. Il noto scrittore e vignettista rinunciò a ricorrere in appello e varcò le porte del carcere: sopporterà con fierezza la pena, ma ne uscirà indelebilmente segnato. La vicenda scosse in maniera profonda anche De Gasperi, costretto a difendersi di fronte all’opinione pubblica da un’accusa così infamante. Grazie alla scrupolosa analisi di una vasta documentazione inedita (conservata negli archivi di Alcide De Gasperi, di Giovannino Guareschi e di Giorgio Pisano), “Bombardate Roma!” delinea i contorni di una vicenda ancora avvolta nel mistero. L’indagine di Mimmo Franzinelli dimostra infatti l’esistenza di un “livello segreto”, un piano messo a punto da un gruppo neofascista che ideò e fece costruire gli apocrifi. Conclude il libro un saggio della grafologa giudiziaria Nicole Ciccolo.

 

una mattina mi son svegliato

Una mattina mi son svegliato. 5 storie dell’8 settembre 1943, Utet, 2013 – pag. 123

8 settembre 1943. Dai microfoni dell’Eiar di via Asiago a Roma, il maresciallo Badoglio dà l’annuncio dell’armistizio firmato qualche giorno prima con le forze alleate anglo-americane. L’evento è decisivo, le ripercussioni drammatiche. In un alternarsi convulso e frenetico di viltà ed eroismo, rassegnazione e speranza, trascorrono mesi strazianti, mentre la nazione si sente scivolare sempre più veloce verso lo sprofondo. A settant’anni esatti da quel giorno cruciale, l’artista Andrea Ventura e lo storico Mimmo Franzinelli hanno scelto di raccontare cinque storie emblematiche di un’Italia contesa tra occupazione tedesca, riorganizzazione fascista e Resistenza. Quelle di Lotte, Primo, Franco, Giorgio e Nuto sono vicende molto diverse fra loro, e per questo rappresentative di un’intera generazione, ma sempre esistenze di gente comune che, inevitabilmente impreparata di fronte a questa improvvisa accelerazione della Storia, ha cercato una propria strada di salvezza e di possibile riscatto.

 

il-duce-e-le-donne
Il Duce e le donne. Avventure e passioni extraconiugali di Mussolini,  Mondadori, Le Scie – pag. 260Da sempre motivo di profonda curiosità, gli amori di Mussolini sono stati sinora ricostruiti essenzialmente su fonti di seconda mano, spesso riciclando aneddoti ormai risaputi. Il duce e le donne si fonda su materiale conservato negli archivi di Stato, in fondi privati e in memoriali spesso inediti: dai rapporti di polizia sulle donne del duce alle testimonianze di Claretta Petacci ai diari dei collaboratori del dittatore… che permettono di ricostruire in modo realistico non solo le molteplici relazioni sentimentali di Mussolini, ma anche le sue piccole e grandi vanità, il bisogno di disporre contemporaneamente di più partner, la brama di possesso e il demone della gelosia che lo tormentava. Divenuto leader del fascismo, ai rapporti (predatori) di cameratismo degli anni giovanili sostituisce  relazioni centrate sulla sua assoluta supremazia e sulla subalternità delle partner: vive la propria prorompente sessualità come l’altra faccia della politica, convinto che la donna, come la folla, ami essere posseduta e dominata. Abituato a cogliere il piacere al volo, dove e come capita, s’accoppia fuggevolmente con cameriere e precettrici, con borghesi e con nobili, senza preconcetti di rango o di cultura: dalla francese Magda de Fontanges (sospettata di spionaggio e allontanata dall’Italia) all’influentissima Giulia Alliata di Montereale, principessa di Gangi; da Margherita Sarfatti a Maria José di Savoia (che gli si offrì nuda e che lui non seppe soddisfare). Alcune di queste storie nascondono risvolti drammatici, come nel caso della trentina Ida Dalser, che gli darà un figlio e finirà rinchiusa in manicomio, o di Bianca Ceccato, sua segretaria al «Popolo d’Italia», costretta col ricatto a piegarsi alle sue richieste e poi costretta all’aborto. Senza cedere a falsi scandalismi, Il duce e le donne ricostruisce un segmento di vita italiana della prima metà del Novecento e offre un ritratto a tutto tondo dell’uomo che per un ventennio dominò l’Italia, individuando snodi emblematici tra dimensione personale e comportamenti politici.

 

Il Giro d'Italia. Dai pionieri agli anni d'oro

Il Giro d’Italia. Dai pionieri agli anni d’oro, Feltrinelli, Storie, 2013 – pag. 342

Il Giro d’Italia ha un sapore mitico: sembra esistere da sempre, eppure ha una sua storia, che accompagna e in cui si riflette la storia culturale e sociale dell’Italia. Questo libro la ripercorre, dagli esordi e nei suoi sviluppi, per circa un secolo. A fianco della narrazione scorrono, diventandone parte integrante, oltre duecento immagini d’epoca, in gran parte provenienti dall’archivio Torriani. Mimmo Franzinelli, da appassionato delle due ruote, ricostruisce le vicende del ciclismo agonistico italiano e della sua gara principale partendo dalla creazione stessa della bicicletta e dalle grandi innovazioni di fine Ottocento. Rievoca le gare pioneristiche, dal Giro di Lombardia del 1905 alla Milano-Sanremo del 1907, per concentrarsi poi sul Giro d’Italia, modellato sul Tour de France, la prima classica corsa a tappe. Ne sono protagonisti campioni quali Girardengo e Binda, Bartali e Coppi, ma anche straordinarie donne come Alfonsina Strada e oscuri gregari come Carrea e Malabrocca. Nel microcosmo delle due ruote si intravedono in filigrana i mutamenti epocali del Novecento italiano. Ci sono infine, ma non da ultimo, gli organizzatori, con cui il Giro d’Italia degli anni d’oro si è identificato: Armando Cougnet, promotore nel 1909 della prima edizione, e Vincenzo Torriani, il Patron dal 1949 al 1992. La narrazione culmina nell’ultima grande stagione del ciclismo, animata da Adorni, Gimondi, Moser, Merckx… Postfazione di Marco Torriani.

 

Il museo della Resistenza di Valsaviore

Il museo della Resistenza di Valsaviore, Guida alla storia e alla documentazione, Bams Photo, 2013 – pag. 170
Il volume, pubblicato da ANPI Valsaviore, a cura dello storico Mimmo Franzinelli, studioso dell’Italia del ’900, in collaborazione con il Museo della Resistenza di Valsaviore, è un testo divulgativo che riporta le informazioni necessarie per comprendere il contesto della Resistenza in Valsaviore e l’attività del Museo.

 

prigioniero di salò
Il prigioniero di Salò. Mussolini e la tragedia italiana del 1943-1945, Mondadori, Le Scie 2013 – pag. 342
La tragica avventura della Repubblica di Salò viene spesso rappresentata e interpretata attraverso pesanti semplificazioni ideologiche. Tanto le versione dei vincitori quanto quelle dei vinti hanno trascurato, e mistificato, la realtà storica a favore dell’esaltazione dell’amor patrio, sentimento nazionale, passione civile e – da ultimo – consacrazione eroica delle vittime. Mimmo Franzinelli si lascia alle spalle queste logiche e sulla base di fonti inedite o sinora trascurate descrive la tentata resurrezione del fascismo nel settembre 1943 e i successivi sviluppi sino all’aprile 1945. Gli scritti di Mussolini, i rapporti di Kappler per Hitler, le carte di Claretta Petacci, i notiziari della Guardia nazionale repubblicana, le note della Segreteria particolare del duce rivelano vicende di equilibri estremamente instabili, dove Mussolini, inseguendo il sogno di una rinascita improbabile – anche sul piano personale – svolge comunque un ruolo da protagonista nella guerra civile innescata dalla costituzione della RSI e dall’insediamento del suo quartier generale sul lago di Garda. Consapevole di essere ostaggio dei nazisti, il vecchio dittatore è ristretto in un microcosmo di sopravvissuti, dove – esautorato dai tedeschi, criticato dai suoi stessi colonnelli e lontano dal suo popolo – ha come principale referente la giovane amante e come persistente ossessione lo spostamento della sede di governo lontano da Salò. Il volume documenta la disistima del capo della RSI verso i suoi collaboratori, l’odio mortale per Alleati e partigiani, la prostrazione – sino al limite del suicidio – per la perdita di Roma e l’avvicinamento del fronte al Nord. E attraverso i dossier dei servizi segreti esamina l’estremo tentativo di riscatto, con il discorso milanese del Teatro Lirico, il 16 dicembre 1944. L’avvincente sezione conclusiva descrive settimana per settimana i tentativi di far espatriare Claretta Petacci, il terrore di essere arrestato dagli anglo-americani, la disperata ricerca di salvezza di un uomo convinto di essere un «cadavere vivente».

 

prov-impero-copertina_ridotta

La provincia e l’impero. Il giudizio americano sull’Italia di Berlusconi, Feltrinelli, storie 2011 – pag. 416

La trafugazione dagli archivi statunitensi di centinaia di migliaia di documenti ha rivoluzionato nel 2010 il panorama informativo mondiale, imponendo il “caso WikiLeaks” all’attenzione generale. Gli inconfessabili retroscena dell’invasione dell’Iraq e i reali motivi della presenza militare in Afghanistan costituiscono solo una parte dei dispacci diplomatici centrati sulla politica estera statunitense, ovvero sul sistema di potere che condiziona gli assetti internazionali. La valanga di materiale desecretato in un modo così inusuale e massiccio coinvolge un decennio di vicende italiane: dai rapporti italo-statunitensi alle valutazioni sul “personaggio” Berlusconi, alla politica interna ed estera del nostro governo. Franzinelli e Giacone a partire dai precedenti di WikiLeaks (come la clamorosa pubblicazione dei Pentagon Papers sulla guerra in Vietnam che nel 1971 ne svelò errori e menzogne sulla base di documenti governativi trafugati) analizzano il significato della pubblicazione di queste fonti segrete da parte di Julian Assange. Dall’interpretazione critica dell’imponente documentazione si delinea la visione della politica italiana negli Stati Uniti, vengono ricostruite le strategie dei politici italiani per blandire il potente alleato e utilizzarlo nello scontro tra centrodestra e centrosinistra. Se ne ricava, tra l’altro, l’interpretazione americana del fenomeno mafioso, dei rapporti italo-russi, dell’amicizia tra Berlusconi e Gheddafi…

 

il volto di gomorra

Il volto di Gomorra,  Mondadori Electa 2011 – pag.  227

Il Volto di Gomorra, documenta la guerra tra clan e Stato. Una cruda narrazione della guerra tra stato e criminalità organizzata, arricchita dalle didascalie dello storico Mimmo Franzinelli e dalla prefazione del magistrato Raffaele Cantone. Il libro è diviso in dodici capitoli e consta di circa 200 fotografie, molte delle quali inedite. L’ultimo capitolo del libro, dopo quelli dedicati ai blitz, agli arresti, è interamente dedicato all’impegno della società civile contro le mafie. Il libro è uno scioccante racconto per immagini che illustra la sanguinosa guerra ingaggiata dal “clan dei Casalesi” contro i cittadini e lo Stato. Momenti decisivi, eventi e vittime della camorra in un territorio della Campania divenuto roccaforte della delinquenza. Parliamo de “Il volto di Gomorra”, edito da Mondadori Electa, prima indagine fotografica sull’argomento, documenta gli arresti eccellenti, i covi dei boss, i blitz, ma anche le facce dei pentiti e delle vittime protagonisti di episodi di cronaca recente, visti in televisione e raccontati sulle pagine dei quotidiani. La narrazione fotografica è commentata da Mimmo Franzinelli che, con il rigore dello storico, per la prima volta a servizio dell’attualità ha selezionato e contestualizzato tutti gli scatti. Ferdinando Nicola Baldieri, fotografo da anni attivo nelle terre dove la presenza dei camorristi è più radicata, illustra in questo volume fatti cruenti ed eventi di cronaca nell’impero ramificato del crimine campano, di cui Casal di Principe è considerato il capoluogo. Specializzatosi nella documentazione dell’attività malavitosa e della sua repressione, per gli operatori della Direzione investigativa antimafia, dell’Arma dei carabinieri, della Polizia e della Guardia di Finanza, Baldieri è una presenza fissa, in particolare nelle incursioni più rischiose. Con prefazione del magistrato anticamorra Raffaele Cantone, scandito in capitoli, “Il volto di Gomorra” mostra tutti i luoghi della malavita, documenta l’arresto di gregari e capi, indaga il ruolo rivestito dalle donne, l’utilizzo dell’immigrazione per lo sfruttamento illegale della manodopera, lo spaccio di droga e la prostituzione. La conclusione è dedicata alle toccanti testimonianze dell’associazionismo per la riaffermazione della legalità, e si arricchisce di una cronologia e di riferimenti bibliografici sul tema.

 

Autopsia di un falso

Autopsia di un falso. I «Diari» di Mussolini e la manipolazione della storia – Nuova Cultura (Bollati Boringhieri) –  2011 – pag. 278

Con ritmo intermittente, da cinquant’anni diari attribuiti a Mussolini compaiono e svaniscono, in scenari che coniugano la frode con l’affarismo e forme sconsiderate di revisionismo storico. Il punto di svolta è segnato nel novembre 2010 dalla pubblicazione dei Diari di Mussolini [veri o presunti] 1939. Cinque agende rinvenute dal senatore Dell’Utri in Svizzera sono presentate come la rivelazione del «volto umano» del duce, pacifista e amico degli ebrei, intimamente avverso a Hitler e preoccupato unicamente della «sua» Italia. Un testo, insomma, che – se fosse vero – costringerebbe gli storici a riscrivere la biografia di Mussolini e a reinterpretare le vicende del Novecento. Mimmo Franzinelli (Premio Viareggio per la saggistica 2000 con I tentacoli dell’Ovra), smonta con analisi testuale e strumentazione storiografica il manufatto fabbricato da specialisti in apocrifi mussoliniani. Un’indagine avvincente e rigorosa svela incongruenze, anacronismi e svarioni che caratterizzano i presunti diari e ne dimostra l’assoluta inverosimiglianza. Il lettore apprenderà, tra l’altro, quali sono le fonti – dai diari di Ciano ai quotidiani del regime – cui i falsari hanno generosamente attinto per creare il loro capolavoro. Autopsia di un falso raffronta l’agenda 1939 ora pubblicata da Bompiani con i falsi diari di Hitler lanciati nel 1983 dal gruppo editoriale «Stern», illustra caratteri e modalità della campagna promozionale costruita da Dell’Utri su questo testo apocrifo, spiega le ragioni che hanno spinto un senatore della Repubblica a impegnarsi in un’operazione mass-mediatica senza precedenti. Un manuale sulla falsificazione della storia e la manipolazione dell’opinione pubblica, sul rapporto tra verità e fiction, sul divario tra gli eventi storici e la loro rappresentazione mistificante. Un testo rivelatore di una fase della vita italiana in cui – dalla cultura alla politica – il verosimile e il falso vogliono sostituirsi al reale

 

il piano solo

Il piano Solo. I servizi segreti, il centro-sinistra e il «golpe» del 1964 – Le Scie (Mondadori) –  2010 – pag. 381

Nel maggio 1967 un’imponente campagna giornalistica lanciata dall’”Espresso” rivelò che tre anni prima, nell’estate del 1964, durante la crisi del governo Moro, il generale De Lorenzo e il presidente della Repubblica allora in carica Antonio Segni predisposero un progetto che prevedeva il controllo del Paese da parte dell’Arma dei carabinieri e l’arresto di centinaia di cittadini. Per anni il “piano Solo”, forse il primo tentativo golpista dell’Italia repubblicana, è rimasto avvolto nel mistero, anche a ragione degli omissis posti dal governo. Sulla base di documenti a lungo coperti dal segreto di Stato e dei rapporti della Cia recentemente declassificati, nonché di interviste a protagonisti e a testimoni di allora (dai giornalisti Eugenio Scalfari e Lino Jannuzzi al portavoce di Moro, Corrado Guerzoni), Mimmo Franzinelli ricostruisce il progetto politico e l’organizzazione militare di quel piano, in un’indagine storica che prende il via dalle schedature del servizio segreto militare (Sifar) contro la classe politica. Tra spionaggio, processi e dossier illegali, un’altra pagina misteriosa della storia d’Italia che chiama in causa un’intera classe dirigente.

 

delatori

Delatori. Spie e confidenti anonimi: l’arma segreta del regime fascista -Le Scie (Mondadori) – 2001 – pag. 454

Il delatore della porta accanto (pronto a denunciare il vicino per prendergli la casa), le lettere anonime nel periodo delle leggi razziali (5000 lire per un ebreo), la caccia ai denigratori del Duce, le soffiate dei professori universitari e persino dei religiosi per prendere il posto dei colleghi. L’autore ha setacciato sistematicamente archivi centrali e periferici d’Italia alla ricerca di ogni possibile traccia lasciata dal sistema spionistico del regime fascista.

 

Guerra di Spie. I Servizi Segreti fascisti, nazisti e Alleati. 1939-1943

Guerra di spie. I servizi segreti fascisti, nazisti e alleati 1939-1943 – Mondadori , Oscar Storia – 2004 -pag.304

Nel 1939-40 si scatena contro il nostro Paese un’insidiosa offensiva spionistica che accompagna come un’ombra i vari teatri di guerra. I servizi segreti dei paesi belligeranti moltiplicano gli organici, studiano nuovi congegni e tecniche sempre più raffinate, ingaggiano scienziati ed estendono le loro reti in maniera sempre più capillare. Quanto e come lo spionaggio militare abbia influito sulle sorti della guerra è tema ancora controverso, occultato da giudizi sommari, ipotesi fantasiose e soprattutto da un silenzio durato oltre mezzo secolo.

 

 

delitto rosselli

Il delitto Rosselli. 9 giugno 1937. Anatomia di un omicidio politico – Le Scie (Mondadori) – 2007 -pag. 291

Attorno all’assassinio di Carlo e Nello Rosselli, avvenuto il 9 giugno 1937 in una località della Normandia, per mano di una banda di filofascisti francesi, si sono avanzate le più diverse ipotesi: delinquenza comune o delitto politico? Episodio francese o complotto concepito nei palazzi romani? L’eliminazione del fondatore di ‘Giustizia e Libertà’ e di suo fratello, uno tra i più promettenti storici italiani, ebbe una grande eco nei giornali dell’epoca. Franzinelli, sulla base di una quantità di materiale d’archivio italiano e francese, chiarisce con precisione le dinamiche del delitto e giunge a conclusioni innovative sui rapporti intercorsi tra il gruppo di fuoco parigino della Cagoule (associazione segreta di estrema destra) e i mandanti italiani del delitto.

 

Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922

Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922 – Le Scie (Mondadori) – 2003 – pag 464

Mimmo Franzinelli ha ricostruito in questo libro la cronologia della violenza politica che per quattro anni insanguinò città e paesi di ogni provincia d’Italia, e sancì la vittoria militare delle squadre d’azione mussoliniane, braccio armato dei Fasci di combattimento fondati a Milano il 23 marzo 1919.

 

L’amnistia Togliatti. 22 giugno 1946 colpo di spugna sui crimini fascisti

L’amnistia Togliatti. 22 giugno 1946 colpo di spugna sui crimini fascisti – Le Scie (Mondadori) – 2006 – pag 381

Un atto rilevante dell’attività di governo di Palmiro Togliatti, ministro di Grazia e Giustizia nonché segretario del PCI, è consistito nell’emanazione dell’amnistia per reati comuni, politici e militari: un atto che, approvato all’unanimità dal governo De Gasperi per celebrare la nascita della Repubblica, ha determinato la liberazione di migliaia di fascisti, senza distinzione tra gli imputati di reati minori e i responsabili di gravi crimini. Nel primo mese di applicazione tornarono in libertà 7000 fascisti detenuti: tra i primi beneficiari del provvedimento figurano un colonnello dei carabinieri condannato all’ergastolo per l’assassinio dei fratelli Rosselli e quattro torturatori della famigerata banda Koch.

 

Beneduce. Il finanziere di Mussolini - Le Scie (Mondadori)

Beneduce. Il finanziere di Mussolini – Le Scie (Mondadori) – 2009 – pag. 329

Durante il fascismo lo Stato acquisì un ruolo attivo nell’economia, che divenne a pieno titolo un sistema di economia mista, finalizzato primariamente al sostegno dello sviluppo industriale e alla salvaguardia della stabilità finanziaria. Il modello che allora prese forma è rimasto sostanzialmente intatto fino agli anni ‘90. Artefice e protagonista assoluto di questo sistema è Alberto Beneduce. Nell’immediato dopoguerra è deputato social-riformista e nel 1921-22 ministro del Lavoro nel penultimo governo dell’Italia liberale. Nel frattempo presiede il Consorzio di credito per le opere pubbliche. Dopo la marcia su Roma Beneduce è alla guida dei più importanti istituti economico-finanziari, dall’Istituto di credito per le opere di pubblica utilità alla Bastogi, ed è negoziatore internazionale nella battaglia per “quota 90″ su diretto mandato del duce. Nel 1933, al culmine della grande crisi che scuote l’Europa, Beneduce è chiamato da Mussolini alla presidenza di un nuovo ente pubblico, l’IRI, che acquisisce il patrimonio industriale fino ad allora controllato dalle grandi banche appena liquidate. Fra il 1939 e il 1940 Beneduce, in precarie condizioni di salute, abbandona gradualmente le sue cariche. Muore poco prima della liberazione di Roma, ma il sistema di economia mista da lui creato, metà privato e metà pubblico, sopravviverà al fascismo e fornirà un impulso determinante al decollo economico del secondo dopoguerra.

 

 

il-duce-proibito

Il Duce proibito. Le fotografie di Mussolini che gli italiani non hanno mai visto – Le Scie (Mondadori) – 2003 – pag. XLI-139

Il regime fascista mise in campo una macchina mediatica formidabile. A guidarla fu lo stesso Mussolini, regista di un’autorappresentazione basata su canoni rigidissimi. Il monopolio dell’immagine di Mussolini, affidato all’Istituto Luce, si accompagnò a direttive vincolanti e a censure che provvidero alla corretta esecuzione del disegno propagandistico. Ogni fotografia era vistata dal duce e riportava sul retro un “sì” o un “no”. Nel 1934 le immagini proibite furono 78; nel 1935, 145; nel 1936, 253; nel 1937, 528; nel 1938 salirono a 625, per scendere a 486 nel 1939 e lievitare progressivamente nel periodo bellico. Un ingente numero di scarti che Franzinelli e Marino hanno esaminato, selezionando quelli più significativi.

 

 

riarmo

Il riarmo dello spirito. I cappellani militari nella seconda guerra mondiale – Pagvs edizioni (con prefazione di Ernesto Balducci) – 1992

Che cosa muove l’interesse di un ricercatore? Curiosità. Impegno civile, voglia di temi originali, di piste non battute da altri. Nel Riarmo dello spirito queste condizioni ci sono tutte. Sono ormai anni che Franzinelli vive criticamente in simbiosi con i cappellani militari di tutta la storia d’Italia. Ha letto i documenti ufficiali – comprese carte d’archivio fin qui inaccessibili – le lettere e le memorie; ha pazientemente raccolto la meticolosa e mutevole normativa che doppiamente li inquadra, nella Chiesa e nell’Esercito; ha voluto capire quel che hanno fatto e quello che avrebbero voluto fare, l’essere e il dover essere di quel loro sacerdozio di frontiera che li rende tanto esposti a significati ed usi extra-religiosi. E – da laico – si è posto tante domande, qualche volta anche “cattive”: che ci fa un prete alla guerra? E se la guerra non è “giusta”? E può una guerra essere “giusta”? Si leggono in sottofondo perché l’opera vuol essere ed è soprattutto un poderoso e originale scavo informativo.

 

 

il-volto-religioso-della-guerra

Il volto religioso della guerra. Santini e immaginette per i soldati – Edit Faenza  – 2003 -pag. 156

I documenti qui riprodotti rappresentano una parte delle interessanti raccolte tematiche entrate da oggi a far parte del patrimonio archivistico dell’Istituto storico di Ravenna

 

lotte-operaie-in-un-centro-industriale-lombardo_mimmo-franzinelli

Lotte operaie in un centro industriale lombardo. Il proletariato loverese dal <<biennio rosso>> ai primi anni Cinquanta, 1987 – prefazione di Vittorio Foa – Franco Angeli

E’ possibile qui leggere la crescita della coscienza collettiva e della capacità di lotta e insieme anche le esperienze umane dei singoli individui, i loro sacrifici, le loro speranze, e tutto questo mai in una dimensione retorica ma in un quadro realistico, fatto di luci e di ombre. Mi ha molto colpito l’ispirazione che ha portato a questo lavoro, la sollecitazione sindacale all’esplorazione della memoria storica: dall’analisi delle grandi lotte dell’Ilva di Lovere nell’immediato dopoguerra e fino ai primi anni ‘50 la Fiom della Valcamonica ha tratto il bisogno di risalire all’indietro fino alle memorie del biennio rosso, dell’amministrazione socialista del primo dopoguerra, dell’impegno solidale della cooperazione e poi, dopo la sconfitta, alle alte e degne memorie della resistenza al fascismo e poi del risveglio di massa nella resistenza.In tutto il corso del racconto i protagonisti non contano solo per quello che fanno; essi sono anche trasmettitori di memorie, operano sul futuro.

 

Pier Luigi Milani

sito ufficiale Pier Luigi Milani

copertina-ebook-qualcosa-di-noi_pier-luigi-milaniqualcosa di noi

 

Qualcosa di noi. 1912 il pane, le rose e le spine, Book Sprint , 1913- pag. 528

Autunno 1912: le vite di Bimbo e Marfisa, immigrati nel bacino carbonifero del Monongahela river sono sconvolte da un delitto commesso nel corso di uno sciopero che infiamma la omonima cittadina dell’Western Pennsylvania. Dietro le quinte della loro vicenda macerano le amare disillusioni di chi ha dovuto lasciare l’Italia post-risorgimentale, lanciata alla conquista della agognata “quarta sponda” libica, e fermentano le aspettative di milioni di immigrati sedotti e abbandonati dal sogno americano. La vicenda si snoda in un carosello di imprevisti e colpi di scena in cui le biografie dei protagonisti sono centrifugate insieme alle vicende di un periodo storico esaltante e drammatico, destinato a fare da anticamera all’imminente conflitto mondiale, nel quale già si profilavano alcuni dei tratti del nostro attuale modo d’essere.

 

riapriti cielo_Pier Luigi Milani

Riapriti cielo: due ‘febbri’ che sconvolsero le Alpi, Edizioni del Centro Studi Valle Imagna – 2011- pag. 304

1817. Due febbri attanagliano la Lombardia: la petecchiale e la neogiacobina. Un triennio di sconvolgimenti climatici, la pandemia tifoidea e gli sconquassi continentali seguiti al tifone napoleonico fanno a gara nello spazzar via quel che rimane dei secolari assetti economico-sociali ed identitari della montagna lombarda e delle autonomie accordate da Venezia. Nella Valcamonica della Restaurazione, Tóne Domenichini, fabbro e deputato comunale dalle idee libertarie, rifiuta di adattarsi al nuovo regime e si schiera a difesa della figlia Margherita che Mattea, sua moglie, vorrebbe maritare al primogenito dell’agente asburgico Andreas Schmitt. Un susseguirsi di cruenti colpi di scena e l’insorgenza del primo flebile sentimento patriottico costellano i sette mesi di tregenda sanitaria che sconvolsero le esistenze dei singoli e degli aggregati sociali, in una girandola di personaggi che regala al lettore una full immersion in un periodo cruciale per la comprensione della nostra storia e che rende il racconto appassionante e coinvolgente.

 

Il caso Elzbieta - romanzo- Bolis editore

Il caso Elzbieta – romanzo- Bolis editore –  2009 – pag.  208

Nella Polonia corrucciata e irrequieta di Jaruselski e Solidarnosc, tra stato d’assedio, scioperi e aspettative di dirompenti novità socio-politiche, Elzbieta e Marco si affidano ad una frazione clandestina del P.O.U.P. per imbastire la loro fuga verso l’Italia. Il cupo inverno polacco è lo sfondo su cui si dipana un viaggio concitato e zeppo di colpi di scena da Varsavia a Cracovia, ai Monti Tatra e in terra cecoslovacca, tra paesaggi rurali, chiese, piazze e foreste, nelle quali riecheggia la grandezza e la fragilità di nazioni dal grande passato e dal tumultuoso divenire.

 

lamerica-nello-specchio

L’America nello specchio, Circolo culturale Ghislandi, Il tempo, la memoria – il Lavoro, 2004  – pag.

Nello specchio non si riflettono i Bush, le Condoleeze, i Powell, non ci sono generali e petrolieri alle prese con le grandi questioni di geopolitica, Iraq in primis. L’America dell’establishment, che tanto eccita “l’amico Silvio”, e che riempiefino alla nausea giornali e TV… al seguito, rimane, appena abbozzata sullo sfondo. In primo piano appaiono i Vaira, i Domenighini,i Pezzoni e via elencando cognomi tuttora ben noti in Valcamonica, discendenti di quei venticinque milioni che, nel secolo drammatico della Grande Migrazione, hanno lasciato il nostro Paese. Persone che, coscientemente o nel loro inconscio, hanno rimosso il mondo extra-USA, considerato spesso fonte dell’insicurezza e dei guai con i quali il cittadino comune americano è costretto a confrontarsi ogni giorno

 

 

sognando-monongahela

Sognando Monongahela. Diario americano 23 agosto – 3 settembre – 2002 – pag. 65 

Dalla presentazione dell’autore: << Ho immaginato di poter raccontare ai ragazzi l’esperienza dei miei due viaggi (2000 e 2002) in America, sulle orme del nonno Luigi e di riuscire a trovare il modo di renderli compartecipi di una ricerca basata su brandelli di informazioni, centrifugate e sparigliate ben bene  nel tempo e nello spazio. Cos’avevo in mano? Quasi neinte: un nome, lontano e mitico, Monongahela qualche racconto sentito in famiglia di questa gente che tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, andava e veniva da Malegno a quella remota cittadina vicina a Pittsburgh (Pennsylvania)  e viceversa la certezza di aver perso là mio nonno, ucciso a soli 33 anni dalla terribile “spagnola” del 1918, qualche foto, una lettera del 1973 di una certa Caterina Pezzoni Vecho (là le donne sposate perdono il loro cognome d’origine) che lo vide spirare…>>

 

 

Giancarlo Maculotti

 

Andar per favole. Itinerari di scrittura creativa di Giancarlo Maculotti

 

Andar per favole. Itinerari di scrittura creativa per la scuola – L’autore libri Firenze -1997 – pag. 208

 

La scrittura creativa è una moda diffusa importata dall’America. I costosi corsi a pagamento, però, si può star sicuri – dice Giancarlo Maculotti – non produrranno nessun autore di rilievo. Interessante invece tradurre le proposte di scrittura creativa in itinerari didattici. In questo campo si possono raggiungere eccellenti risultati in poco tempo fornendo agli allievi strumenti utilissimi per superare l’imbarazzo che provoca ogni volta il foglio bianco da riempire. L’autore presenta proposte elaborate e collaudate, attraverso una lunga esperienza didattica, molto prima che si cominciasse a parlare e a pubblicare testi di scrittura creativa. L’opera, pur essendo ricca di suggerimenti pratici immediatamente utilizzabili, non ha nulla del manuale tecnico; anzi, diventa sovente un pretesto per sconfinare in stimolanti riflessioni sulla scuola e sulla vita, e un invito a scoprire alcuni nomi della letteratura del XX secolo. L’imitazione dei grandi autori (dopo lustri di vuota creatività) viene riproposta non solo come esercizio utile, ma come tappa indispensabile per poter raggiungere risultati soddisfacenti.

 

Lettera dalla scuola tradita – Armando editore

 

Lettera dalla scuola tradita – Armando editore – 2008 – pag. 224

 

Ciò che è sempre mancato alla scuola italiana, è un approccio pragmatico e non ideologico. Misurare gli effetti di ogni intervento e poi provare a raggiungere gli obiettivi con altri metodi, se quelli utilizzati in precedenza non sono andati a buon fine, dovrebbe essere lo stile di ogni riforma. E invece no. Si propongono ogni volta panacee di tutti i mali che si rivelano rapidamente pannicelli caldi, e si continua per decenni sulla stessa onda, mentre la delusione cresce sempre più. Una svolta è necessaria.

 

Tullio Clementi

 

Marcellino

 

Marcellino, Archivio storico “B. Savoldi e L. Bottardi Milani” di Brescia – Circolo culturale Ghislandi – Spi-Cgil di Brescia e Valcamonica-Sebino,  2009 , pag. 224

 

“Perché Marcellino? E perché la storia di un operaio metalmeccanico e della sua fabbrica viene narrata da un ex operaio edile? Perché la storia di Marcellino io la conoscevo da quasi mezzo secolo, perché il partigiano “Feroce”, che con due pallottole in corpo riuscirà a rompere l’assedio fascista del paese in fiamme pur senza far uso della bomba a mano che aveva in tasca, per non mettere a repentaglio l’incolumità di una mamma con la sua bambina in braccio, oltre ad essere cugino di Marcellino sarebbe diventato mio suocero (quasi mezzo secolo fa, appunto)…

 

Diego Minoia

 

Solfeggio facile di Diego Minoia – Casa musicale Eco, 1996

 

Solfeggio facile – Eco edizioni (1996) Codice ECO1563 (Libro + audiocassetta)

Manuale per l’apprendimento guidato della lettura musicale e del solfeggio, con gli elementi fondamentali della Teoria musicale. Nei negozi di musica e su www.casamusicaleeco.com

 

Compongo subito di Diego Minoia –  Edizioni Curci, 1998

 

Compongo subito – Edizioni Curci (1998) Codice E.11245 C.

Metodo rapido per l’apprendimento della composizione melodica di base e per lo sviluppo della creatività musicale personale. Nei negozi di musica e su www.edizionicurci.it

 

In Teoria Tutto è semplice di Diego Minoia – Edizioni Sinfonica, 2000

 

In Teoria? Tutto è semplice! – Edizioni Sinfonica (2000) Libro + CD audio

Un nuovo modo, facile e divertente, per conoscere gli elementi del linguaggio musicale e gli strumenti.

Nei negozi di musica e su www.sinfonica.com

 

Musica dal vivo. Esperienze di informatica musicale di Diego Minoia – Loescher , 2004

 

Musica dal vivo – Esperienze di informatica musicale – Edizioni Loescher (2004) Libro + CD-Rom  ISBN 88-201-2769-5

Le cose da sapere, spiegate in modo semplice ma rigoroso, per iniziare ad usare il computer per “fare musica”. In libreria e su www.loescher.it

 

Dal Vivo – corso di musica di Diego Minoia – Volume A – De Agostini , 2009  Dal Vivo – corso di musica di Diego Minoia – Volume B – De Agostini , 2009  Dal vivo – Laboratori di creatività di Diego Minoia – De Agostini , 2009  Dal vivo. Guida insegnante di Diego Minoia -De Agostini , 2009

 

Dal vivo – Corso di musica – Edizioni De Agostini (2009) Volume A + B + Laboratori di informatica e creatività + CD audio + CD-Rom

Tutto quello che c’è da sapere sulla teoria musicale, sulla storia della musica (colta, folk, leggera, jazz, rock), sul “fare musica”, sulla creatività musicale personale (composizione e improvvisazione), sulla pratica vocale e strumentale … ISBN 978-88-418-4666-7 In libreria e su www.scuola.com

 

Don Giacomo Daniele Venturini

 

Giacomo Cappellini e la resistenza in Valcamonica di Don Giacomo Daniele Venturini ,ed. El Carobe, 2007

 

Giacomo Cappellini e la resistenza in Valcamonica , ed. El Carobe, pag. 310,  2007

 

La biografia di Giacomo Cappellini rappresenta uno degli esiti più significativi della storiografia camuna di matrice resistenziale, fiorita copiosa negli anni Settanta ma spesso appesantita  da un eccesso di ideologia e dalla carenza di documentazione e/o di interpretazione. Il pregio dell’opera consiste essenzialmente in tre aspetti: 1) la sensibilità con cui don Daniele Venturini ha sputo avvicinare il suo personaggio; 2) l’inserimento della biografia nelle complesse vicende del partigianato camuno; 3) lo scrupolo documentario con cui l’Autore ha reperito materiale prezioso ed ha ricavato memoriali e interviste da protagonisti e testimoni delle vicende narrate. (dalla introduzione di Mimmo Franzinelli)

 

 

a cura di Marcello Zane

bresciani-per-lunita-ditalia

Bresciani per l’Unità d’Italia, Fondazione Luigi Micheletti, Liberedizioni – 2010 . pag. 176

Il volume prende spunto dalla ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia quale occasione per una rilettura della storia nazionale nelle sue declinazioni locali, con particolare attenzione a figure che ne hanno contraddistinto non solo il proprio inverarsi, ma hanno accompagnato la definizione, nel corso dei decenni successivi, di una precisa identità nazionale. Poco nota e studiata è, infatti, la ricostruzione delle biografie di quanti, operando nel raccordo fra livello locale e dimensione nazionale, hanno contribuito allo sviluppo delle scienze e dell’economia nella società italiana dopo la raggiunta unità nazionale,  rovando in quest’ultimo accadimento le ragioni stesse del proprio operato e dei traguardi acquisiti. Il 150° anniversario dell’Unità diventa così un’occasione per scoprire o riscoprire figure di Bresciani che nel loro territorio, in Italia e nel mondo, hanno concretamente contribuito al progresso collettivo, realizzando opere e iniziative, scoperte e innovazioni che hanno segnato il loro tempo e che è giusto che entrino a far parte della memoria culturale dei Bresciani di oggi, arricchendone il patrimonio immateriale.

 

Costantino Di Sante

 

Italiani senza onore. I crimini in Jugoslavia e i processi negati (1941-1951) a cura di Costantino Di Sante, edizione Ombre Corte

 

Italiani senza onore. I crimini in Jugoslavia e i processi negati (1941-1951) a cura di Costantino Di Sante, edizione Ombre Corte

 

All’aggressione militare dell’Jugoslavia da parte italiana dell’aprile 1941 seguì, nei trenta mesi dell’occupazione, una politica di “pacificazione” attuata attraverso l’esercizio sistematico e pianificato della violenza ai danni della popolazione civile. All’indomani della cessazione della guerra, il governo jugoslavo presieduto da Tito reclamò, perché potessero essere giudicati, i militari e civili italiani ritenuti responsabili dei crimini. Nonostante gli accordi internazionali prevedessero la loro estradizione, il governo italiano si mosse per evitarne la consegna e impedire che i processi venissero celebrati, negando di fatto la possibilità che di quei crimini si potesse serbare una memoria giudiziaria. Ciò fu possibile anche grazie alle controrelazioni realizzate nel 1945 dallo Stato Maggiore dell’esercito, nelle quali si sminuivano le accuse jugoslave, addossando la responsabilità delle violenze commesse alla guerra fratricida esplosa tra le popolazioni slave e alle aggressioni portate dal movimento partigiano alle truppe italiane.

Per la prima volta presentati nella loro interezza, l’atto d’accusa jugoslavo e i documenti della difesa italiana, qui raccolti e commentati, risultano uno strumento prezioso per comprendere le logiche e i metodi che si accompagnarono alla spietata occupazione italiana e per far luce sulle responsabilità e sulle complicità nella perpetuazione dei crimini, che contribuirono ad alimentare la spirale di terrore nel confine orientale

Print Friendly, PDF & Email