In un “fuori programma” di Carnevale, musicisti della Banda municipale di Caprino Veronese suonano Faccetta nera, l’inno fascista che esalta i peggiori istinti razzisti e maschilisti del regime. Il sindaco, rifiuta ogni commento.
Si chiede che sindaco e musicisti (e anche i ministri dell’attuale governo) rileggessero l’ultima lettera del loro concittadino Giuseppe Bonizzi, quarantanovenne partigiano catturato il 2 marzo 1944 per una delazione, torturato e fucilato al Forte S. Leonardo il successivo 30 aprile:
Forte S. Leonardo 30-5-1944
Per il Governo della nuova Italia
Fra pochi minuti sarò assassinato per la sola colpa di essere un vero Italiano, da un plotone d’esecuzione tedesco. Non dimentichi il nuovo governo e sappia della mia lunga agonia, della vedovanza di mia moglie, madre dei miei due piccoli figli.
Le atrocità commesse contro di me e contro tanti altri buoni italiani non si possono dire a parole, e non si potranno immaginare.
Raccomando la mia famiglia rimasta priva del loro unico sostegno, domiciliata a Caprino Veronese.
Viva l’Italia libera dalla tirannide tedesca.
Giuseppe Bonizzi
Per una scheda biografica su Bonizzi: “Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza 1943-45” (ed. Oscar Mondadori, p. 101) Mimmo Franzinelli
