Saluto del partigiano Gino Boldini all’inaugurazione della Bacheca Menici a Corteno che si è tenuta venerdì 24 aprile 2015
In occasione dell’inaugurazione di questa bacheca, che ricorda il luogo dove il Col. Menici fu ucciso, desidero ricordare i sentimenti che provammo alla notizia del suo arresto. Il fatto sconvolse tutti noi della 54^ Brigata Garibaldi che non avevamo capito subito cosa fosse veramente successo.
Quando ci fu data la notizia provammo incredulità, dolore e rabbia.
Conoscevamo personalmente il Colonnello e una persona così onesta, limpida, responsabile non poteva certo aver tradito. L’arresto, il processo, la prigionia e la condanna erano ingiustificabili e si potevano spiegare solo come un favore fatto ai tedeschi.
Grazie alla ricostruzione storica finalmente possiamo affermare che Menici fu tradito dalle Fiamme Verdi e consegnato ai tedeschi come Don Comensoli scrisse nel suo diario: “Lo si è a tradimento consegnato al nemico, al carnefice mentre la famiglia e parentela parte morti e parte dispersi per aver servito la causa partigiana”.
Mi auguro che questa commemorazione possa contribuire a restituire onore alla memoria del Colonnello possa risarcire, per quanto possibile (e così tardivamente), il dolore della famiglia.
Voglio ricordare anche il dispiacere di Firmo Ballardini che non smise mai di sentirsi responsabile per non essee riuscito a salvarlo.
Oggi io rappresento la continuità della Resistenza e intendo testimoniare, anche per conto di chi non c’è più, l’importanza degli ideali di LIBERTA’, GIUSTIZIA e VERITA’ che non devono mai venir meno.