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Archivio articoli per la categoria appello.

Guerra in Ucraina: indispensabile proseguire con il dialogo. No a un’escalation militare

Comunicato congiunto con la Fondazione Roberto Franceschi onlus

Come tutti siamo sconvolti e addolorati dallo scenario di guerra in cui è precipitata l’Ucraina. Assistiamo attoniti a un nuovo conflitto nel cuore dell’Europa, il cui costo ancora una volta viene pagato soprattutto dalle popolazioni civili.

Di fronte agli eventi degli ultimi giorni, ci uniamo alla ferma condanna da parte della comunità internazionale dell’attacco russo all’Ucraina.

Al contempo, chiediamo che l’impegno di tutti non vada nella direzione di una rincorsa agli armamenti, che potrebbe avere esiti catastrofici, ma nel ricorso risoluto alla diplomazia e al dialogo per scongiurare un’ulteriore escalation militare inevitabilmente accompagnata da distruzione, sofferenze e morti incalcolabili.

La nostra bussola rimane l’articolo 11 della Costituzione, che afferma che «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». L’esperienza terrificante della seconda guerra mondiale fece sorgere nei Costituenti la ferma volontà di evitare che potessero ripetersi orrori simili: da qui deriva il verbo «ripudia», in cui si condensano lo sdegno e il rifiuto per un’aggressione contro altri popoli. D’altra parte, riconoscere a tutti «pari dignità» come sancito dalla Carta costituzionale non può che comportare il rifiuto della violenza contro altri esseri umani.

La guerra non è mai la soluzione: ogni sforzo della comunità internazionale deve essere teso a contrapporre al conflitto armato la diplomazia e il dialogo per evitare inutili spargimenti di sangue.

Breno/Milano,  1° marzo 2022 

Manlio Milani Senatore a vita

Firma la petizione Manlio Milani Un “eroe mite” della democrazia

  

Manlio Milani Senatore a vita – Perché fare giustizia non può, e non deve, risolversi solamente nell’applicazione della pena. Lui ha speso la sua vita per la ricerca della verità e l’ottenimento della giustizia. Noi ora chiediamo al Presidente della Repubblica di affidargli un altro impegno, nominandolo Senatore a vita.

Il Circolo culturale Ghislandi ha aderito alla petizione e invitiamo  i nostri iscritti e simpatizzanti  a firmare. Il sito per la firma è: http://www.manliomilanisenatoreavita.it/

Bresciaoggi 3 Ottobre 2017_candidatura Manlio Milani

Per una Buona Pasqua

PrayForOurworld_
Cari/e associati/e, come presidente uscente e a nome del Consiglio di Gestione, desidero comunicarVi i migliori auguri di Buona Pasqua, quest’anno particolarmente necessari a fronte dei fatti luttuosi di Bruxelles. Il terrorismo islamista sarà debellato, come tutte le altre follie umane che l’hanno preceduto. Ciò costerà sofferenze e pena, ma noi abbiamo fiducia nel fatto che si uscirà dal buio tunnel in cui una parte dell’umanità si è infilata.
Con quest’anno si conclude la mia trentennale presidenza del Circolo culturale G.Ghislandi e, pur continuando a mettere a disposizione tutte la mie capacità a beneficio dell’associazione, sono sicuro che chi mi rimpiazzerà nell’ incarico saprà tenere alto il profilo e il nome del nostro sodalizio, che non è solo “culturale” (in senso freddo), ma è anche una comunità di amici e amiche collaboranti per far sì che la vita propria e altrui siano più interessanti e coinvolgenti.
Buona Pasqua, dunque, a chi è credente e a chi non lo è, all’ insegna del comune sentire della rinascita e della continuazione del dono meraviglioso della vita.”
il presidente uscente
Pier Luigi Milani

Appello del Presidente del Circolo culturale G.Ghislandi

I fatti di Parigi

Sconcerto e dolore per le vittime dell’ennesimo, gravissimo atto di terrorismo fanatico che ha colpito Parigi e tutti noi.
Ciascuno percepisce di poter essere uno di quei ragazzi accorsi allo stadio o al concerto o al museo.
In ciò la logica terroristica è coerente e non fa una piega, come a Sharm El Sheik (l’aereo russo abbattuto con i suoi 240 passeggeri), come a Beirut pochi giorni fa (41 morti) come ad Ankara poche settimane fa (la strage alla manifestazione pacifista), come a Tunisi pochi mesi fa (l’attacco al Museo del Bardo), ecc. ecc
Assistiamo a un’escalation impressionante che induce preoccupazione e angoscia. Proprio quello che vogliono i terroristi islamici, come del resto tutti i terrorismi.
In Italia dovremmo averne buona memoria!
Essi cercano di cambiare il modo di vita occidentale, causa di tanti guai nel mondo, ma anche foriero di libertà delle persone, di compassione verso chi soffre e verso i propri errori (spesso atroci), faro di emancipazione e di rifiuto della sopraffazione e dei fanatismi che periodicamente (forse strutturalmente) affliggono la specie umana.
Non possiamo dimenticare che l’Occidente è anche il simbolo delle persecuzioni e delle guerre di religione, da cui ne è però uscito con l’invenzione dello Stato liberale e laico; è il simbolo delle peggiori guerre mondiali e del cosiddetto Olocausto, dai quali è però uscito con l’invenzione dell’Europa unita e della istituzionalizzazione della Memoria; del colonialismo e dello schiavismo, da cui è uscito con un Presidente nero degli USA, è il simbolo dell’ingordigia inquinatrice e consumatrice delle risorse naturali, dalla quale però cerca di uscire facendosi carico di rimedi spesso insufficienti, ma concreti e migliorabili.

Oggi però tornano a soffiare i venti di Guerra; si dice: “siamo in guerra”, “il terrorismo ci ha dichiarato guerra e con la guerra occorre rispondere”, “prepariamoci a schierare i nostri aerei, le nostre navi da guerra, a inviare ovunque le nostre truppe”.
Come se poi tutto questo non avesse un ritorno. Come se l’art. 52 della Costituzione italiana non dicesse che le Forze Armate “difendono” la patria e l’art. 11 che l’Italia “ripudia la guerra”.

In un sol giorno rischia di andar perso tutto il patrimonio critico di un “anno di riflessioni sulla Prima Guerra Mondiale” e sulla non ineluttabilità del suo scoppio, sulle responsabilità degli opinion leaders dell’epoca e sull’ignavia di chi soffiò su quel fuoco, preparando tragedie successive ancora peggiori.
Il peggior regalo che si potrebbe fare ai criminali che hanno seminato strage e terrore a Parigi sarebbe la militarizzazione della nostra vita. Le nostre città perderebbero i flussi turistici e le vestigia della nostra civiltà diverrebbero mute e abbandonate.
Altri rimedi, di sicurezza e di ordine mondiale si impongono.
Nessuno ne ha la ricetta pronta, ma un grande insegnamento lo possiamo trovare nella nostra cultura.

L’Enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco I, che discuteremo giovedì 19 novembre c.a. a Breno, al Palazzo della Cultura (che bel nome!) sarà perciò un’occasione per riflettere e condividere scelte e comportamenti coerenti.

Vi aspettiamo.
Il Presidente
Pier Luigi Milani

locandina convegno laudato sì 19 novembre 2015