In tempo di Covid, con l’#laculturanonsiferma il Circolo culturale Guglielmo Ghislandi ha organizzato la rassegna Valle Camonica che Storia!
In tempo di Covid, con l’#laculturanonsiferma il Circolo culturale Guglielmo Ghislandi ha organizzato la rassegna Valle Camonica che Storia!
Lettera al Giornale di Brescia di Walter Belotti
Il Tricolore gigante è uno squillo e non voce dei monti
Condividiamo l’argomentato parere espresso da Walter Belotti (Presidente del Museo della Guerra Bianca in Adamello Temù) nella lettera al Direttore pubblicata dal Giornale di Brescia del 19 aprile 2017.
Articolo sul Bresciaoggi del 14-04-2017 a cura di Luciano Ranzanici
In principio era semplicemente un’idea, poi chi l’ha concepita, l’associazione «Impronta camuna», l’ha trasformata in una proposta effettiva, e le prospettive di una sua realizzazione sono piuttosto concrete. Ma non tutti in Valcamonica apprezzano la prospettiva di veder stendere lungo la parete Nord dell’Adamello un gigantesco tricolore (del peso di 18 quintali, lungo un chilometro e largo 30 metri) per ricordare il prossimo anno la conclusione del primo conflitto mondiale.
A dimostrare l’assenza di unanimità è una istituzione di prestigio. In accordo col direttivo, il presidente del circolo culturale «Ghislandi» Giancarlo Maculotti ha preparato una mozione che ha subito trasmesso al suo omologo di Impronta camuna, Roberto Bontempi. Sottolineando l’assenza di volontà polemica, il Ghislandi non mette in discussione la positività del progetto, ma attraverso Maculotti non nasconde «qualche dubbio» e presenta un’alternativa celebrativa: l’organizzazione di una grande catena umana da Pontedilegno a Vermiglio (una distanza di 23 chilometri) che ricordi come e perchè un confine sia stato abbattuto con costi umani e materiali incalcolabili e che lanci un messaggio di pace cancellando, in un periodo di crisi profonda come l’attuale, il costo esorbitante di 100 mila euro dell’operazione bandierone».
IL PRESIDENTE del Ghislandi ricorda poi che la medesima catena venne proposta alcuni anni fa (ma non venne effettuata) e che prospettarla nuovamente «avrebbe una risonanza mediatica molto più forte grazie al coinvolgimento di migliaia di persone, non porrebbe problemi di impatto ambientale in una natura quasi incontaminata e soprattutto sarebbe quasi a costo zero».
Cari promotori,
abbiamo appreso la notizia del progetto di installazione sull’Adamello, il monte identitario della Valle Camonica, di un grande stendardo con i tre colori della bandiera italiana, lungo 1 chilometro, largo 30 metri e del peso di 18 quintali, a celebrazione del centenario della fine del primo conflitto mondiale.
Cerchiamo di capire e di cogliere il senso positivo del vostro progetto.
Abbiamo però qualche dubbio e un’alternativa da suggerire: non sarebbe meglio organizzare una grande catena umana Ponte di Legno-Vermiglio che ricordi come e perché un confine sia stato abbattuto, con prezzi umani e materiali incalcolabili, e che lanci un messaggio di pace cancellando, in un periodo di crisi profonda come l‘attuale, il costo esorbitante di 100 mila euro dell’operazione bandierone?
Una catena della pace (già proposta a suo tempo, anche se mai attuata) avrebbe una risonanza mediatica assai più forte, coinvolgendo migliaia di persone, non porrebbe problemi di impatto ambientale in una natura quasi incontaminata e, soprattutto, costerebbe quasi zero.
Capiamo che è un po’ tardi, ma se fosse possibile passare dal bandierone alla catena della pace molti di noi sarebbero più felici e forse lo sarebbe, sempre che abbia un’anima, anche l’Adamello.
L’ASSEMBLEA ORDINARIA del CIRCOLO CULTURALE GUGLIELMO GHISLANDI
(riunita in Esine il 1° aprile 2017)