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Archivio articoli per la categoria Adamello.

Incontro con Fiorino Gheza

In tempo di Covid, con l’#laculturanonsiferma il Circolo culturale Guglielmo Ghislandi ha organizzato la rassegna Valle Camonica che Storia! 

Prossima iniziativa Giovedì 25 giugno 2020 ore 20.30 
PAOLO DENTELLA e MAGDA STOFLER presentano Incontro con Fiorino Gheza Scorci di guerra e prigionia nel suo diario iconografico. 
Introduce e coordina l’incontro Mariella Minini. 
L’appuntamento è in diretta sulla pagina Facebook del Circolo culturale Guglielmo Ghislandi al link
 

 

Fotogallery inaugurazione Mostra “Scorci di guerra e prigionia” a Pian Camuno

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Contro il progetto bandierone

Lettera al Giornale di Brescia di Walter Belotti
Il Tricolore gigante è uno squillo e non voce dei monti

Condividiamo l’argomentato parere espresso da Walter Belotti (Presidente del Museo della Guerra Bianca in Adamello Temù) nella lettera al Direttore pubblicata dal Giornale di Brescia del 19 aprile 2017.

Bandierone _la posizione del Museo della Guerra Bianca

Tricolore sull’Adamello? Il Ghislandi rilancia l’idea della super catena umana

Articolo sul Bresciaoggi del 14-04-2017 a cura di Luciano Ranzanici

Uno scorcio dell’Adamello: il super tricolore avrà un futuro?

In principio era semplicemente un’idea, poi chi l’ha concepita, l’associazione «Impronta camuna», l’ha trasformata in una proposta effettiva, e le prospettive di una sua realizzazione sono piuttosto concrete. Ma non tutti in Valcamonica apprezzano la prospettiva di veder stendere lungo la parete Nord dell’Adamello un gigantesco tricolore (del peso di 18 quintali, lungo un chilometro e largo 30 metri) per ricordare il prossimo anno la conclusione del primo conflitto mondiale.

A dimostrare l’assenza di unanimità è una istituzione di prestigio. In accordo col direttivo, il presidente del circolo culturale «Ghislandi» Giancarlo Maculotti ha preparato una mozione che ha subito trasmesso al suo omologo di Impronta camuna, Roberto Bontempi. Sottolineando l’assenza di volontà polemica, il Ghislandi non mette in discussione la positività del progetto, ma attraverso Maculotti non nasconde «qualche dubbio» e presenta un’alternativa celebrativa: l’organizzazione di una grande catena umana da Pontedilegno a Vermiglio (una distanza di 23 chilometri) che ricordi come e perchè un confine sia stato abbattuto con costi umani e materiali incalcolabili e che lanci un messaggio di pace cancellando, in un periodo di crisi profonda come l’attuale, il costo esorbitante di 100 mila euro dell’operazione bandierone».

IL PRESIDENTE del Ghislandi ricorda poi che la medesima catena venne proposta alcuni anni fa (ma non venne effettuata) e che prospettarla nuovamente «avrebbe una risonanza mediatica molto più forte grazie al coinvolgimento di migliaia di persone, non porrebbe problemi di impatto ambientale in una natura quasi incontaminata e soprattutto sarebbe quasi a costo zero».

Maculotti invita insomma Bontempi a passare dalla bandiera alla catena di pace: «Molti di noi sarebbero più felici e forse lo sarebbe, sempre che abbia un’anima, anche l’Adamello». Il Ghislandi avvierà a breve una campagna di raccolta di pareri e di sensibilizzazione attorno alla propria proposta per poterla rendere praticabile in coincidenza con le celebrazioni per la conclusione della guerra. L.RAN.

Mozione Progetto Bandiera in Adamello

Cari promotori,

                     abbiamo appreso la notizia del progetto di installazione sull’Adamello, il monte identitario della Valle Camonica, di un grande stendardo con i tre colori della bandiera italiana, lungo 1 chilometro, largo 30 metri e del peso di 18 quintali, a celebrazione del centenario della fine del primo conflitto mondiale.

Cerchiamo di capire e di cogliere il senso positivo del vostro progetto.

Abbiamo però qualche dubbio e un’alternativa da suggerire: non sarebbe meglio organizzare una grande catena umana Ponte di Legno-Vermiglio che ricordi come e perché un confine sia stato abbattuto, con prezzi umani e materiali incalcolabili, e che lanci un messaggio di pace cancellando, in un periodo di crisi profonda come l‘attuale, il costo esorbitante di 100 mila euro dell’operazione bandierone?

Una catena della pace (già proposta a suo tempo, anche se mai attuata) avrebbe una risonanza mediatica assai più forte, coinvolgendo migliaia di persone, non porrebbe problemi di impatto ambientale in una natura quasi incontaminata e, soprattutto, costerebbe quasi zero.

Capiamo che è un po’ tardi, ma se fosse possibile passare dal bandierone alla catena della pace molti di noi sarebbero più felici e forse lo sarebbe, sempre che abbia un’anima, anche l’Adamello.

L’ASSEMBLEA ORDINARIA del CIRCOLO CULTURALE  GUGLIELMO GHISLANDI

 (riunita in Esine il 1° aprile 2017)

Mozione progetto Bandiera in Adamello