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“La cellula sovversiva di St. Moritz” di Giancarlo Maculottti

“La cellula sovversiva di St. Moritz. Antifascisti camuni, valtellinesi, bergamaschi nel Grigioni degli anni venti e trenta”  di Giancarlo Maculottti – Quaderni della Fondazione Micheletti

copertina libro la cellula sovversiva di St Moritz

Prefazione di Mimmo Franzinelli

Foto di copertina.

In piedi da sinistra: Zampatti Giuseppe (Tachì), Maculotti Giovanni (Cut), Cenini Giovanni,ragazzo non identificato (forse Faustinelli Tonino), Lazzarini Giuseppe, Faustinelli Guido, Dosch Anna, Faustinelli Ettore.

Seduti da sinistra: Zampatti Anselmo, Faustinelli Albino, Faustinelli Serafino, Maculotti Marino,non identificato, Faustinelli Gioacchino, Faustinelli Erminio.

La foto è certamente anteriore al novembre del 1928 poiché Faustinelli Ettore è deceduto in quel mese e in quell’anno.

Incipit dell’Introduzione di Mimmo Franzinelli 

La storia ha colto Giancarlo Maculotti nel luogo in cui è nato e cresciuto: l’alta Valle Camonica. Un territorio a lui ben noto, come pure conosce bene – direttamente o attraverso la memoria orale – le traversie di personaggi e nuclei familiari della prima metà del Novecento, percossi e dispersi in tempi tempestosi. L’introduzione di questa monografia esamina l’interazione tra caso e volontà per tanti personaggi che mai avrebbero immaginato di comparire in un libro di storia, in quanto animati dalla sola aspirazione di una vita tranquilla, nel lavoro e negli affetti. L’irruzione della grande storia nel microcosmo locale scompaginò piani e prospettive, ponendo l’alternativa tra il rinnegamento ideale, l’emigrazione, il confino o il carcere. Gli archivi, a esplorarli con attenzione e passione, possono restituire delle storie interessanti, da integrare – come l’Autore ha fatto – con la ricerca orale e lo scavo nella memoria di paese. Ma lo studioso ha fatto di più: contattati i parenti di alcuni personaggi di cui ha ricostruito le tribolazioni, ha chiesto loro di annotare riflessioni autobiografiche, con risultati notevoli nel caso di Irene Faustinelli Belkowsky (cfr. cap. 3).

Dalla  Prefazione di Giancarlo Maculotti

La mia ricerca è partita casualmente come a volte capita agli appassionati di indagini storiche. Ero stato informato da un signore del mio paese[1] che a Roma dovevano esserci delle lettere indirizzate da Giovanni Mondini, fornaio, noto socialista dell’alta Valle Camonica, al Duce. Non solo: la tradizione orale aggiungeva anche che Mussolini in persona avesse risposto a quelle lettere. Partii allora per Roma con Mimmo Franzinelli, alla ricerca delle sconosciute missive. Nell’Archivio Centrale dello Stato nessuna traccia di tali documenti, ma molti fascicoli del Casellario Politico Centrale intitolati a personaggi da me in gran parte conosciuti ma dei quali ignoravo quasi del tutto i precedenti politici. Fotocopiai così i documenti più interessanti riguardanti gli antifascisti che in gran parte erano emigrati, a causa delle persecuzioni del regime, nella stazione turistica svizzera di St. Moritz. Nel centro montano i fuoriusciti incontrarono poi numerosi altri oppositori (o finti tali, in quanto spie prezzolate) che in genere venivano dalle valli di tradizionale emigrazione verso l’Engadina.

[1] Si tratta del maestro Maculotti Giuseppe soprannominato “Malagodi” per la sua dichiarata fede liberale (Pli).
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